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L'intelligenza delle emozioni [...]
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PREMESSA |
L’uso di immagini in psicoterapia ha una storia piuttosto recente ma una prassi consolidata e soprattutto un consenso piuttosto diffuso in ambito costruttivistico. Le sollecitazioni che ci provengono dalle neuroscienze (Gazzaniga 2009), in particolare da quel ambito denominato “neuroestetica” (Cappelletti, 2010), la psicologia evoluzionistica e scienze cognitive (Deacon 2010, Bartalesi 2012, Tooby e Cosmides 1995) hanno sostenuto che le immagini, più in generale il darwiniano sense of beauty (1871), sia un potente ri-organizzatore cognitivo-emotivo ma soprattutto sia diventato un dispositivo al servizio del modulo sociale. In altri termini, il dispositivo estetico non è solo un “facilitatore” emozionale, ma favorisce la coesione sociale e la cooperazione. L’ipotesi della ricerca: l’uso delle immagini in terapia quindi avrebbe delle ricadute dirette :
Ai fini della misurazione del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia, abbiamo individuato nel MSCEIT (Mayer-Caruso-Solovey Emotive Intelligence Test – Giunti O.S.) il test idoneo al nostro scopo. L’alleanza terapeutica verrà misurata attraverso un l’Individual Therapy Alliance Scale e la Couple Therapy Allience Scale (Cigoli V.). Questa evidenzia non solo un indice numerico globale ma disegna anche un diagramma seduta per seduta dell’andamento dell’alleanza terapeutica.
La ricerca è tesa ad individuare differenze significative nell’andamento delle psicoterapie individuali e di coppia. Questo si ottiene attraverso il confronto tra un gruppo sperimentale (a cui viene sottoposta la variabile indipendente V.I.) ed un gruppo di controllo ( a cui la V.I. non viene somministrata). Gli esiti della psicoterapia vengono misurati dagli strumenti descritti nel paragrafo precedente. ◊ Il protocollo è strutturato per un numero minimo di 10 sedute ed un massimo di 15 (ovviamente la conclusione della terapia può non coincidere con la chiusura del protocollo di ricerca) ◊ Il campione
sperimentale e quello di controllo sono pazienti in setting individuali o di ◊ La
variabile indipendente è rappresentata dal collage fotografico a cui vanno
dedicata ◊ Il campione
di controllo è uguale a quello sperimentale, ma le terapie non devono
prevedere ◊ I
somministratori devono agire in doppio cieco per evitare un effetto-placebo
sulle terapie. Conclusioni Viene infine analizzato e discusso il primo trial dei risultati su un
campione di 20 pazienti.
Bartalesi F. (2012), Estetica evoluzionistica, Carocci. Cappelletti C. (2010), Neuroestetica, Laterza. Cigoli V. (2005) Il famigliare, Cortina. Darwin C. (1871), The descent of man, Oxford Press. Deacon, T.W. (2010). A role for relaxed selection in the evolution of the language capacity, PNAS. 107:9000-9006. Gazzaniga M. S. (2000) The New Cognitive Neurosciences, The MIT Press. Gazzaniga M.S. (2009), Human. Cosa ci rende unici, Cortina. Mayer J.D., Solovey P. (1990), Emotional intelligence – Imagination, cognition and personalità, in Intelligence, vol.9 (3), pagg.185-211. Mayer J.D., Solovey P., Caruso T.R. (1993), Multi-factor Intelligence Scale:simple items, in www.cjwolfe.com Siegel D. (2008) Mindfulness e cervello, Cortina. Barkow J.H. Tooby L. Cosmides J. (1995) Adapted mind. Evolutionari psycholoy and the generation of culture, Oxford University Press.
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